06 luglio 2006

Sinistra liberale

Completamente d'accordo con Massimo Giannini, su "La Repubblica" di oggi.

La tattica di Prodi che dice "non ci faremo condizionare" va coniugata alla strategia di Bersani che afferma "senza furore ideologico, ma vogliamo far passare il principio che cambiare si può". Il decreto sulle liberalizzazioni appena varato dall'esecutivo, pur con i suoi limiti, configura concretamente e simbolicamente una vera "svolta liberale".

Inconsueta, per la sinistra. Eppure, autenticamente "di sinistra". Per la prima volta, assurge al centro dell'arena economica il vero "soggetto debole" del sistema, che non è il lavoratore autonomo asserragliato nella trincea della corporazione di riferimento, ma è l'inerme "cittadino-consumatore". Non è (o non è soltanto) "ceto medio". È invece un ceto indistinto e trasversale. Che nella società globale e low cost comincia ad avere coscienza di sé. Accenna a pretendere tutela. Inizia ad esigere rappresentanza.

Se la sinistra post-operaia lo eleva finalmente a "classe", compie una grande rivoluzione identitaria. Anche a costo di qualche strappo sociale. Anche a costo di un cortocircuito nella tradizionale cinghia di trasmissione del consenso, senza il quale non c'è mai un avanzamento della società verso la modernizzazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Really amazing! Useful information. All the best.
»