04 luglio 2006

Farmaci liberi?

Il punto debole nella presunta "liberalizzazione" è nel continuare ad agganciare la distribuzione a luoghi fisici, invece che alla professionalità del soggetto che deve servire l’utente.

Si sono aggiunti i supermercati alle farmacie, ma l’efficienza imporrebbe che se il farmacista è l’elemento fondamentale per assicurare l’informazione e la razionalità dell’acquisto, sia a lui consentito di aprire un punto vendita dove vuole, e non l’inverso, come ora viene stabilito.

I costi imposti al supermercato per poter offrire farmaci dotandosi di un farmacista e predisponendo, come richiesto, una sezione del negozio separata e appositamente dedicata a questi prodotti, sono tali che solo agli esercizi di grandi dimensioni sarà possibile sfruttare questa opportunità. Cioè a quelli che di norma si trovano fuori dai centri cittadini, e dunque non sono facilmente raggiungibili al bisogno. E i medicinali da banco in genere non si comprano in anticipo, per farne scorta.

Il costo politico sarebbe alto, ma se si vogliono preservare tutti e tre gli obiettivi indicati, la soluzione è liberalizzare le licenze e dare la possibilità a ogni farmacista di aprire dove crede un punto vendita.

ottimo articolo

2 commenti:

bassopolemico ha detto...

Punto di vista condivisibile ma fiacco, specie quando dice dei costi derivanti dal farmacista nel supermercato, per i seguenti 2 motivi che cancellano il suddetto punto di vista:
- chi ha detto che i supermercati del centro non possono permettersi di pagare un farmacista? Sai che fila c'era ieri alla coop di massarenti? (tutte single, peraltro...)
- bisogna stabilire l'onorario, non a prestazione ma flat, ed il problema è risolto.

AlbergOZ ha detto...

per me è sottile il legame "farmaci nelle coop quindi prezzi più bassi"

onorario? in ce senso?
non paghi il farmacista perchè ti vende apririna piuttosto che vivinc

tariffe flat? ottimo!
magari anche per gli avvocati, piuttosto che togliergli la tariffa minima (e così anche quella massima)