14 novembre 2006

Nove anni fa...

Me lo ricordo. Primi di Novembre 1997. Era una mattinata fredda e un po' uggiosa a Perugia, ma ormai era tutto deciso: avevamo comprato i biglietti, avevamo comprato 100mila lire di questo, un numero imprecisato di birre e superalcolici ed eravamo 5 cavalieri impavidi: Francesco, Marco, Alberto, Andrea ed io. Dove cazzo stavamo andando? Al concerto dei Radiohead, al Palasport di Firenze (doveva essere al Tenax, ma c'era stata troppa richiesta di biglietti).
Mi ricordo il percorso a piedi verso la stazione di Perugia (a causa della scarsa visibilità avevamo acceso un paio di ceri...), altre torce furono accese anche in treno (Marco e Alberto operavano alla grande nei cessi dell'Interregionale che ci stava portando a destinazione. Nel frattempo io tentavo di imparare a memoria Keinegegenstaendeausdemfensterwerfen).
A mezzogiorno, stonati come campane e abbozzati come la mia Panda, eravamo davanti al Palasport (da 100mila probabilmente stavamo intorno alle 60mila). Francesco aveva chiamato la ragazza un buon 10 volte. Tra un cazzeggiamento e l'altro, dopo qualche sano panino con la porchetta accompagnato dalle birrra e grappa di scorta e da adeguati ceri votivi, ci siamo messi in fila. C'era grossa attesa per il concerto: era l'anno di "OK Computer", la consacrazione dei Radiohead, o per lo meno quella che io allora ritenevo tale. Ci piazzammo in piena bolgia sul parterre. Gruppo spalla: Sparklehorse; all'epoca non credo che se li cacassero nemmeno i genitori eppoi il cantante fece un errore da pivello: si presento fumando un cannone acceso e atteggiandosi a rockstar maledetta. Andò male; gli lanciarono di tutto, fecero pochi pezzi e se ne andarono incazzati, soprattutto la violoncellista (dito medio in uscita).
Il main event fu ben altra cosa. Travolgente. Clamoroso. Io e Alberto abbiamo anche suonato il vibrafono durante "No Surprises" o almeno credo. A fine concerto (mezzanotte, ma poteva essere una qualunque ora della notte per quanto ci riguardava) ci piazzammo alla fermata in attesa di un qualunque mezzo di trasporto verso SMN. Tutti sapevamo che non c'erano speranze eppure siamo rimasti come degli spaventapasseri per un'ora buona: un freddo della madonna.
Causa mio sclero (Alberto, che a suo dire stava come un pascià, ancora non me la perdona) ci dirigiamo a piedi verso la stazione di Campo di Marte. Giustamente, durante il tragitto ci fermiamo per un gelato che ci stava come un'opera di Duchamp ai Musei Vaticani. Arrivati al termine marcia, trovammo la sala biglietteria trasformata in un tappeto umano. Ci accomodammo pure noi; io presi facilmente sonno e ricordo che sognai pure; interrotto dalla Polfer che verso le 4, visto che la maggior parte dei treni era partita e che eravamo rimasti in 10 a dormire sparpagliati per la sala, ci fece alzare. Lì compii una delle mie migliori imprese di sempre: mi addormentai sodo in piedi appoggiato ad un termosifone.
Ad una certa ora della mattina, con un sincronismo sovrannaturale, i 5 Lanzichenecchi (era questo il soprannome che ci avevano affibbiato gli amici ed il nome che avevamo sul citofono della casa di Via Torelli) decidono che è il momento di prendere un treno che quanto meno andasse verso Terontola. Le centomila iniziali erano ormai ridotte a 5mila e noi eravamo ridotti ad un ammasso di cenci. Infatti dormimmo sodo fino a Orvieto, saltando senza rancori Terontola. Verso le 10 arriviamo a Perugia, accensione dell'ultimo cero e io, fresco come i miei calzini, andai alle 11 a fare il tutor al Laboratorio di Informatica: ero uno di quegli studenti meritevoli delle 150 ore (10000 lire l'ora, utilissime l'anno successivo per andare a trovare Sergio, Erasmus a Valladolid).
Poi, dopo nove anni, vieni a sapere che a quel concerto c'era anche Bassopolemico. Ma questa è un'altra storia.

3 commenti:

bassopolemico ha detto...

Sarà stato il caldo del Tenax, il freddo di Firenze (in tutti i sensi), l'acustica non esaltante, lo scazzo, le frasi dei miei amici del tipo "appoggiaccella na cannetta supa sa birra, compà...", la molestia, "o ioddio", "o buco d'aazoto"...ma dei 4 concerti che ho visto dei Radiohead in vita mia(lo so, sto facendo il "sbafando"), è quello che ricordo con meno piacere...
Ma forse è un problema mio.

Chips ha detto...

Guarda che era al palasport di firenze. Ergo o eri ad un altro concerto o di cannette sopra la birra ce ne hai appoggiate varie...

bassopolemico ha detto...

Hai ragione, era il palasport, ma anche al Tenax, di solito, si muore dal caldo...