29 aprile 2007

I bambini e l'Italia

Scrivo da amante del calcio, non da juventino.
Questa sera ho visto in tv qualche scena di giubilo presso lo stadio S.Siro sito in Milano, Italia.
Da una parte c'era una squadra che negli ultimi lustri ha perso un numero di partite direttamente proporzionale al numero di miliardi investiti dal suo Patròn.
Dall'altra una squadra che ha sempre lottato per non retrocedere, che da quest'anno era in corsa per un posto in Champions League.
I tifosi della prima, hanno esposto ed urlato slogan del tipo che loro vincono senza rubare.
Nel frattempo però il su citato Patròn ha fatto intercettare illegalmente mezza Italia ed i bilanci delle società controllate dalla famiglia del Patròn sono al vaglio delle procure dell'altra metà d'Italia.
I giornalisti che commentavano la festa di ieri, da perfetti leccaculo quali sono, celebravano l'evento, che quest'anno ha vinto chi ha meritato, e di quanto fosse bello lo stadio pieno di famiglie, e, soprattutto, del numero esorbitante di bambini presente dentro e fuori dal campo.
Che insegnamento ne hanno tratto quei bimbi orribilmente (unica nota juventina, consentitemela) vestiti?
Che per vincere bisogna eliminare tutti gli avversari più temibili?
Che chi spende di più deve per forza vincere ad un certo punto?
Per anni ho seguito le partite del calcio inglese e le scene più belle le associo ai papà con i figli che, pur avendo perso, applaudivano i loro bienamini per aver dato tutto in campo.

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