05 febbraio 2007

La famiglia

Qualcuno sostiene che esista naturalmente da sempre e da sempre naturalmente si componga nella forma che più piace a noi cattoccidentali: padre, madre e marmocchi. In realtà, anche in un passato recente, c'erano aggregazioni familiari patriarcali con varie generazioni di parenti nello stesso nucleo, nelle società islamiche c'è la poligamia, in alcune tribù si aggregano (accoppiano) un po' come cazzo pare a loro, in passati più remoti ci sono state aggregazioni matriarcali, in momenti più recenti ci sono i single, le coppie di sorelle anziane, le nonne vedove con badanti ucraine. Insomma da sempre esiste un'aggregazione fra esseri umani, che è cambiata, evoluta, involuta, generalizzata, verticalizzata; se fa comodo focalizzarci solo su mamma-papà-marmocchi, facciamolo pure. Anche se è un po' come andare a vedere un film porno e far caso solo al colore delle lenzuola.
Poi ci insegnano che va difesa. Vabeh, ma non è una forma di aggregazione naturale e spontanea? Io non ho mai visto comitati per la salvaguardia della forza di gravità. Chi si batte più di tutti a spada tratta per questa difesa? Chi sono i paladini della famiglia come estabilishment irrinunciabile? Ratzinger, Ruini, Betori, Casini, Rosy Bindi, Berlusconi... non ho ancora sentito pareri da parte di Rocco Siffredi o Paris Hilton. Ce ne sarebbe bisogno, in effetti.
Poi ti dicono che è alla base di ogni società sana. Ma anche alla base di concorsi truccati, posti assegnati, favori indebiti, penose lotte per eredità, 2 Giuliacci alle previsioni del tempo, 3 Carlucci in TV e 4 salti in padella (ma questo solo per i temerari single che passano più tempo a scrivere queste cazzate piuttosto che a cucinare). Girellando leggermente più a nord di Castelmaggiore, scopri anche che in Svezia esistono intere classi scolastiche composte da figli con genitori divorziati o mamme ragazze-madri. Senza che questo intacchi la scandinava fama di popolo placido, civile e rispettoso.
Ma se si provasse a superare il concetto che àncora la famiglia ad una sacralità cattoideologica, anziché fattuale, e si cominciasse a parlare di aggregazioni e a fare leggi che pongano al centro della vita sociale dei nuclei senza vincoli di stabilità, composizione, dislocazione geografica, sesso, genere, età e cazzi vari? Se la politica liberalizzasse le forme di aggregazione umana (invece di dedicarsi solo a benzinai e tassinari) non sarebbe un po' come aver inventato la macchina del tempo, saldando passato e futuro in un'unica visione?
La macchina del tempo non esiste e noi siamo qui a veder Mastella, Prodi e Giovanardi che discutono sull'opportunità o meno di introdurre i PACS... moriremo democristiani, non v'è dubbio alcuno.

Nessun commento: